Viaggiare con un'intolleranza alimentare


Sono celiaca da quando ho 6 anni.
Cosa vuol dire? Che non conosco e non ho mai mangiato alcuni alimenti. Sei anni sono troppo pochi per conoscere il mondo e il suo universo gastronomico.
Io amo i dolci, ma non so che sapore abbiano i cannoli siciliani o la pastiera napoletana.
A volte mi capita che, quando li compra il mio compagno, di annusarli per capirne il gusto, magari è stupido ma faccio, così da sempre.
Non posso, assonnata, fermarmi in un bar e ordinare caffè e cornetto, la mia colazione al bar si limita, spesso, al solo cappuccino.
Sei anni sono veramente troppo pochi per scoprire.

Negli anni '90, decennio in cui ho scoperto questa intolleranza, essere celiaca era un dramma.
Non vi era informazione, alimenti sostitutivi inesistenti – o meglio vi era solo un tipo di pasta, un tipo di farina, un tipo di biscotti e così via – e zero comprensione.
Andare a festeggiare un compleanno in pizzeria era veramente una sfida per me, per fortuna non ero sola, potevo contare sui miei genitori e sulle mie amiche, anime belle e preziose.


Cena in un Ryokan a Magome (Giappone)

Ormai sono passati molti anni da allora, le cose sono cambiate per fortuna, oggi c'è una conoscenza, della mia e delle altre intolleranze, oserei dire “di massa”.

Molti locali si sono adeguati, vi sono negozi specializzati, insomma le sfide sono state abbandonate e lasciate agli anni '90 insieme alle mie scarpe modello Spice Girls.

Vero che, anche oggi, chi fa la mia conoscenza e scopre che sono celiaca parte con le solite frasi o domande, potrei elencarvele a memoria, ma ve ne inserisco solo qualcuna:

Quindi non puoi mangiare la pizza?”
Io se fossi celiaco mi ammazzerei”
Ma se mangi un po' di farina cosa ti succede?”


E così via.
Negli anni vi assicuro che le risposte sono diventate meno diplomatiche.
Molti si stupiscono del fatto che viaggio, anche in paesi lontani, in luoghi fuori dal comune spesso, che mi sposto senza timore di morire di fame.
Sì io viaggio e la mia intolleranza non è una limitazione!

Parto premettendo una cosa: siamo nati e viaggiamo in mondi in cui qualcosa da mangiare si trova sempre, che sia della semplice frutta o degli alimenti in scatola. Noi non moriamo di fame, signori.

Può essere utile, allora, darvi alcune indicazioni su come organizzo la mia partenza.

Okonomiyaki in un ristorante a Dotonbori - Osaka


Zaino

E' naturale che, quando parto per un viaggio lontano o vicino, porto con me degli alimenti “salva fame” nello zaino.
A due cose non rinuncio mai, e porto veramente sempre con me in viaggio:
  • una scatola di biscotti divisa in monoporzioni (questo per fare colazione in modo rapido e partire subito a visitare il luogo in cui mi trovo)
  • Cracker anch'essi divisi in contenitori monoporzione. Li porto con me durante il giorno, li uso come merenda o come pranzo (accompagnato da altro chiaramente) in luoghi in cui non trovo alternative

Devo essere sincera, non porto altro. Non ho mai avuto difficoltà a trovare in loco cibi compatibili con la mia patologia, lo spazio nello zaino è limitato e preferisco lasciarlo ad altro!

Hamburger con pollo fritto - Shibuya - Tokyo


Siti e Social

Praticamente in ogni paese in cui sono stata ho trovato siti o gruppi Facebook dedicati al tema celiachia!
Ripeto, nel 2020 la consapevolezza di queste intolleranze è globale, quindi navigando in rete si possono trovare buoni consigli e blog dedicati.
Inizio da Facebook di solito. Qui sono iscritta a dei gruppi dedicati alla celiachia, in cui si suggeriscono ad altri membri ristoranti, bar, hotel testati nel mondo.
Utilissimo no?
Passo poi ai blog, basta cercare su un qualsiasi motore di ricerca “Giappone senza glutine” o meglio, se conoscete l'inglese, “Gluten Free Japan” vi usciranno molti più risultati.
Mi appunto i ristoranti consigliati, restandone spesso sbalordita, lo sapevate, ad esempio, che a Tokyo vi è un piccolissimo ristorante 100% senza glutine?
Inutile dirvi che è stato testato anche da me e approvato a pieni voti!

Ramen senza glutine - Tokyo


Card celiaca

Spesso visito paesi in cui l'inglese è assolutamente sconosciuto come lingua, diventa quindi impossibile chiedere informazioni, figuratevi far capire di avere un'intolleranza!!!
Sempre in rete si trovano delle card, da scaricare e stampare, in tutte le lingue del mondo in cui vi è spiegata la mia intolleranza e gli alimenti che non posso consumare.
Basterà poi, una volta sul posto, mostrarla al cameriere e sperare nella sua buon comprensione!

Colazione con Brownie senza glutine - Belfast - Irlanda del Nord


Difficoltà

Sì, non nascondo che le difficoltà a viaggiare come celiaca ci sono state e ci saranno sempre.
Sì a volte mi è capitato anche di stare male all'estero per aver mangiato una pietanza sbagliata e per me nociva.
Come però avrete capito dai miei post, niente per me rappresenta un ostacolo per prendere e partire all'avventura e alla scoperta di nuove terre, niente!
Capisco che un viaggio in un bel resort turistico idoneo ai celiaci, ve ne sono molti e in alcuni ci sono stata, sarebbe la soluzione più giusta, ma non per me! Per me è una gabbia dorata, non una vacanza.
Allora, preferisco inserire nel mio zaino da viaggio dei biscotti e dei cracker e partire, verso una nuova meta, verso una nuova avventura, verso la libertà!

Cena in un tipico self service - San Pietroburgo - Russia

Buona lettura



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