Suzdal: alla scoperta dell'Anello d'Oro
Come
promesso, nel mio precedente post sulla Russia (se ve lo siete perso
potete cliccare qui) oggi vi racconto la mia rocambolesca avventura
alla scoperta di Suzdal.
Premetto
che: sicuramente la scelta del tour guidato giornaliero per questa
località è da preferire (grazie al nostro fornitore russo, ne
abbiamo molti e di validi tra cui scegliere con accompagnatore
parlante italiano), ma io ho preferito lanciarmi – nel senso vero
del termine – all'avventura.
Da
casa, con il mio compagno, avevamo fatto un piano creando una
combinazione di treni regionali russi e bus locali per raggiungere
questa località, sul piano tutto semplice, ma la realtà è stata
diversa, direi più pittoresca.
Bene,
come da nostro programma, puntiamo la sveglia alle ore 6 e usciamo
dal nostro hotel in zona Arbat, sotto una pioggia battente.
Nei
miei viaggi la pioggia è sempre una costante, ormai non mi stupisco
più.
Partiamo
così presto per prendere il treno delle ore 7.20 che ci avrebbe
portato a Vladimir.
Arrivati
alla stazione ferroviaria secondaria di Mosca, il caos! Gente ovunque
(cavolo ma sono solo le 7, dove vanno tutti?!), binari non indicati,
tabelloni in cirillico, insomma vaghiamo a sentimento.
Riusciamo
a farci capire, non so ancora oggi come, da un addetto che ci
indirizza al nostro convoglio, saliamo appena in tempo e partiamo.
Tra
parentesi vi dico che i treni regionali russi non hanno assolutamente
niente da invidiare ai nostri, anzi!
Arrivati
a Vladimir, avevamo letto sulla guida, uscendo dalla stazione avremo
trovato davanti a noi la stazione dei pullman. Ok, non vediamo
niente.
Perfetto
no?
Proviamo
a chiedere a dei ragazzi, ma non riusciamo a capirci, quindi
vaghiamo.
Fermi
davanti a questo palazzo senza insegne vediamo una porticina aperta
con delle scalette, decidiamo di salire, anche se sembra un portone
di casa con scale appunto condominiali...
E
invece, eccola! Al termine di queste piccole scalette si apre la zona
biglietteria pullman, da non credere!
Ci
mettiamo in coda e con estrema difficoltà riusciamo ad acquistare
due biglietti per Suzdal.
L'addetta
ci dice qualcosa, non voleva quasi venderci i biglietti, noi
continuiamo con i nostri okay no problem e li prendiamo.
Quel
qualcosa era: dovete stare in piedi non avete il posto a sedere,
siete proprio sicuri?
Vabbè
sono 45 minuti di bus, stare in piedi non è un problema, ma poi
vediamo l'autobus e sentiamo un forte odore di benzina che ci seguirà
per tutto il nostro tragitto...
In
effetti i posti davanti sono occupati da taniche di gasolio, un self
service improvvisato insomma, ma si sa paese che vai...
Arrivati
a Suzdal, la stazione dei bus si trova a circa 3 km dal centro,
contrattiamo un po' con l'autista (sì funziona così), ci facciamo
portare, per una cifra irrisoria, fino al suo centro.
Ricordate
la pioggia in partenza da Mosca?
La
troviamo anche qui, solo che ora è una tempesta e la temperatura si
è abbassata (8°C), l'ombrello mi si rompe immediatamente e mi
affido esclusivamente al mio caro e affidabile K-way che mi
accompagna in tutte le mie avventure.
Arrivati
nella piazza centrale ci ritroviamo immersi in una festa paesana, una
sagra con dei banchi per il cibo, un grosso palco al centro in cui
bambini cantavano inni locali vestiti in abiti tradizionali!
Io
A D O R O le sagre di paese! Ma sono già arrabbiata, ho sonno, e
vedo solo nebbia e freddo davanti a me.
Che
peccato penso! Sarebbe stato bello, in una giornata di sole, fermarsi
e vedere i balli e i canti, assaggiare i prodotti delle bancarelle e
comprare degli oggetti di artigianato locale.
Nei
nostri piani avevamo deciso di includere Suzdal, con un'escursione
dalla mattina alla sera, per visitare le tipiche case di legno russe,
situate in un'area, distante dal centro circa 1km, chiamata “Museo
dell'Architettura in legno e della Vita Contadina”.
Quel
giorno eravamo due dei pochissimi turisti a visitarla, fra la festa
paesana e la pioggia nessuno si sarebbe addentrato fino a qui.
Le
case sono visitabili e raccontano tramite pannelli, anche in inglese,
la storia contadina di questa terra, fatta di lavoro e tradizioni.
All'interno
di questo Museo a cielo aperto vi è anche un grazioso negozio di
souvenir dove acquistare le tipiche matrioske! Mi sono pentita di non
averne presa nemmeno una, a Mosca si trovano ma sono veramente di
qualità bassa e molto più care!
Usciti
da questo Museo la nostra visita è proseguita per necessità verso
il Cremlino di Suzdal.
Dico
per necessità perché era uno dei pochi posti al coperto presenti,
ed era necessario entrare per asciugarci almeno un attimo.
Al
suo interno si trova la Cattedrale della Natività della Vergine con
cupole azzurre arricchite da stelle dorate, sicuramente merita una
visita e non sono una sosta per “asciugarsi”.
Per
tornare verso Mosca l'itinerario è lo stesso dell'andata, solo che
stavolta dobbiamo compiere i 3 km a piedi per raggiungere la stazione
dei bus, fra fango e freddo.
Sì
non ha mai smesso un attimo di piovere...
Per
concludere: Suzdal merita certamente una visita, se tornerò a Mosca
sicuramente ripasserò da qui, ma aspettate una giornata soleggiata!
Se
è vero che con il sole tutto è più bello, in Russia questo vale
doppio!
Commenti
Posta un commento