Se la libertà è un biglietto ferroviario senza meta
A
16 anni ho iniziato a progettare, e a viaggiare, senza i miei
genitori, dapprima andando in vacanza con le mie amiche, in seguito
con il mio compagno.
Quei
15 giorni d'agosto erano un contenitori capiente da riempire con i
miei desideri, con il mio modo di vivere, con le mie amiche.
Le
estati trascorse da minorenni lungo i campeggi della costa toscana ci
hanno fortificato e instradato, se così si può dire, verso
avventure più grandi!
Questo
post vuole parlare, dal mio punto di vista, dei vari modi in cui ci
si può sentire liberi, la libertà non è una dea solitaria,
nasciamo liberi, ma poi ci dimentichiamo di esserlo, abbiamo bisogno
di qualcuno – o qualcosa – che ci sproni da subito.
Se
hai 16 anni e ti senti libera – e sei libera – devi ringraziare,
oltre al posto nel mondo in cui sei nata, anche i tuoi genitori!
In
un'epoca non sospetta, parliamo di ormai 20 anni fa – i miei
genitori hanno scelto di regalarmi e spingermi verso la libertà.
Potevo vivere e scoprire quel mondo là fuori dai nostri confini –
geografici e mentali – che mi stava aspettando, farlo insieme alle
mie amiche d'infanzia e respirare.
Venti
anni fa mandare una ragazzina in viaggio per 15 giorni con le amiche,
minorenni e con una tenda per 5 persone, non deve essere stato
semplice!
Per
la cronaca: non esistevano ancora gli smartphone, internet era
lontano da come lo conosciamo oggi, io giravo con il mio Nokia 3310,
spesso utilizzando le cabine pubbliche (animale mitologico) per
chiamare.
Dopo
le vacanze al mare è arrivata la quinta liceo e con essa la
maturità.
Solito
gruppo di amiche, ma stavolta un'idea ben precisa: un viaggio on the
road senza meta.
Era
arrivato il momento di scoprire l'Interrail.
Dove
dormirete? Boh forse negli ostelli, per strada, magari ci
ospitano...
Che giro fate? Mah, viaggiamo in treno appena vediamo una cittadina carina scendiamo
Che giro fate? Mah, viaggiamo in treno appena vediamo una cittadina carina scendiamo
Poche
idee e confuse, ma che emozione!
Scusate
se mi ripeto, ma vent'anni fa non esistevano ancora tutte le
compagnie aeree che ci sono oggi, si poteva viaggiare usando solo i
voli di linea, fuori dalla nostra portata, in termini di budget.
Scegliere
di viaggiare in treno era sicuramente faticoso, ma a 19 anni si sente
veramente la fatica?
Selezionammo
il biglietto da 21 giorni con la zona che comprendeva Spagna,
Portogallo e Marocco.
Cercammo
in libreria una guida cartacea da consultare lungo il nostro viaggio,
ne trovammo solo una in inglese, che in seguito si è rivelata molto
utile ve lo assicuro!
Per
ogni città vi era un elenco di ostelli con relativi numeri di
telefono che chiamavamo dalle cabine poste nelle stazioni ferroviarie
per prenotare 5 posti letto.
Non
vi espongo l'itinerario del nostro viaggio, questo post non tratta di
questo tema, e poi non sarebbe sufficiente un solo articolo per
elencarvi le tappe fatte e le avventure vissute.
Ci
sono dei ricordi che porterò con me per sempre, belli e felici come
i miei 19 anni, in quell'estate spartiacque fra il liceo e
l'università, quei 21 giorni che mi hanno insegnato cosa sia la
libertà e mi hanno, in seguito, obbligato a pretenderla sempre.
Ricordo
con un sorriso i pomeriggi passati in qualche bar spagnolo con la
cartina in mano e la guida aperta sulla nostra prossima tappa, le
notti passate nelle stazioni ferroviarie perché avevamo calcolato
male i tempi, l'arrivo a Santiago de Compostela prima di arrivare a
Madrid.
Scendere
dal treno urlando perché la prossima fermata sarebbe stata
“Alcazar”, ma perché scendere qui? Solo perchè era una parola
usata in una canzone che ci faceva ridere... correre fare la foto con
il cartello stradale con la scritta “Alcazar” e perdere l'ultimo
treno... dormire nella piazza di questa cittadina ridendo ancora e
ancora.
Percorrere
la regione della Murcia con fuori dal finestrino solo chilometri e
chilometri di terra e dimenticarsi di essere.
Arrivare
nell'ostello di Siviglia e scoprire che la doccia era una piattaforma
sul tetto, dormire sempre sul tetto di un ostello a Barcellona per il
troppo caldo, guardare le stelle che in quei giorni vi assicuro erano
bellissime.
Buttarsi
in mare a Tarragona, dopo aver montato la tenda storta, ma chi se ne
frega, ci mettiamo un sasso, e sentire le onde forti, ma noi eravamo
più forti di loro.
Vedere
l'Oceano, immenso di fronte a noi, a Lagos (Algarve) e mangiare
nell'unico ristorante presente in questa, che all'epoca era, una
piccolissima cittadina, apprezzare così la cucina bulgara, chi lo
avrebbe mai detto di assaggiarla qui?
E
altri luoghi, altri posti, piazze, ostelli, giovani come noi che
viaggiavano, in quell'estate sospesa nel tempo che ci ha cambiate,
tutte noi.
Ho
capito durante quel viaggio cosa avrei fatto nella mia vita.
Tornata
mi sono iscritta all'università di economia scegliendo un indirizzo
turistico, il resto lo vedete davanti a voi ogni volta entrate in
Agenzia.
La
mia libertà risiede nella facoltà di poter emettere un biglietto
aereo, ferroviario, navale con impresso sopra il mio nome, chiudere
gli occhi e ripartire.
Sentire
ancora la stessa emozione di quando, a 19 anni, stringevo fra le mani
il biglietto Interrail con sopra il mio nome!
Andare
all'aeroporto e salire su un aereo, senza voltarsi, perchè quello
che mi lascio dietro, qui a casa, lo ritroverò al solito posto, ma
sarò io a essere cambiata!
Oggi
sembra surreale pensare di poter prendere e partire, vi assicuro che
questa mancanza – necessaria – di libertà soffoca anche me, ma
sono convinta che il mondo si aprirà di nuovo a chi vorrà
conoscerlo, a chi vorrà viaggiare, dovete solo chiedervi se sarete
pronti quando questo succederà...
Noi
ci saremo per consigliavi e indirizzarvi, io personalmente, non vedo
l'ora!
Buona
lettura
Alessandra
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