Hermitage: visita reale vs. visita virtuale


Se siete stanchi di trascorrere il vostro tempo davanti a un'altra diretta Instagram su come fare esercizio fisico in quarantena (se fate come me che li scorrete senza muovervi dal divano, sostengono esperti che non funzionino); stanchi di vedere foto su Facebook in cui anche la vostra vicina si è trasformata in chimica molecolare al fine di ricreare il lievito madre (i forni sono aperti signori!!!!); stanchi, infine, di leggere tweet in cui “geppetta_92_lovebieber” ci spiega il propagarsi del virus con esempi concreti presi da programmi pomeridiani di dubbio gusto, bene se siete stanchi di tutto questo seguitemi è ora di cambiare le regole!

In questo lock down, ormai globale direi, la cultura non si è fermata, per ribadire ancora una volta che è più forte di tutto (guerre, bombe atomiche, carestie, pandemie ecc..) e sicuramente il coronavirus non sarà un ostacolo sulla sua strada.

Grazie agli strumenti tecnologici di cui ora disponiamo, direttori di museo illuminati, hanno deciso di aprire le porte delle collezioni permanenti a tutti noi.

Moltissimi luoghi d'interesse propongono sul loro sito tour virtuali, non fate come me che ho stilato in base a questi tour i miei prossimi viaggi da qui al 2040!


Anche il Museo dell'Hermitage ha dedicato, una sezione del proprio sito, a un virtual tour veramente molto interessante, dell'area museale dedicata alle collezioni permanenti.

Subito la mente è tornata a quest'estate quando l'ho visitato e, con tristezza ho pensato che ieri, in tempi normali, avrei portato anche i miei genitori qui.

Allontanando però la malinconia per un attimo vi illustro brevemente in cosa consiste l'accesso all'Hermitage (solo per i più forti!).


Fila, fila ovunque!

Prima di partire per San Pietroburgo ho provato ad acquistare, sul sito ufficiale, il biglietto per saltare la fila all'Hermitage, il costo è maggiorato (più del doppio del prezzo d'acquisto in loco), ma mi sono detta “Almeno evito la fila!”.
Poteva andare tutto bene? Ma assolutamente no, non scherziamo!
Sito bloccato, unica soluzione comprare il biglietto sul posto.
Va bene dai in fondo mettersi in fila alle ore 09 per aspettare l'apertura della biglietteria, fila che a quell'ora copriva interamente tutta la piazza antistante, cosa vuoi che sia no?
Quasi due ore di fila per entrare, sì ripeto quasi due ore di fila!!
Certo ne è valsa la pena, sì chiaro la rifarei mille volte (se non riuscissi nuovamente a comprare in anticipo il biglietto sul loro sito s'intende!), sì era un clima ideale per stare in coda sui 12 gradi come piace a me (vi confesso che se la temperatura fosse stata sui 30 gradi il mio corpo e la mia anima avrebbero abbandonato la fila), si tutto bello e magnifico, ma ho comunque atteso 2 ore per entrare!
Il tour virtuale, ribadisco ancora nel caso non si fosse capito (anticipo già che lo riscriverò altre volte lungo il post!) NON potrà mai sostituire l'emozione di entrare dentro l'Hermitage, no non potrà mai farlo, per quanto accurato, essere lì è diverso, ma se siete incerti se includerlo in una vostra vacanza russa questo tour virtuale vi può aiutare no?

In questa foto ci sono anche io in fila, mi vedete?
Sorrido...ingenua non sapevo cosa mi aspettava dentro!


Missione Guardaroba!

Acquistato il biglietto, dopo 2 ore di fila (avevo già detto che erano 2 ore?) sono entrata dentro l'Hermitage nell'area dedicata ai visitatori. Se si ha con sé uno zaino o una borsa molto grande, si è cortesemente invitati a lasciarla nel guardaroba.
Tutto molto glamour penserete, andate all'esclusivo guardaroba e lasciate la vostra borsa vintage in consegna a un fidato maggiordomo che vi lascerà un cartellino per poi ritirarla....
NO
Il guardaroba è l'anticamera di quello che troverete dentro l'Hermitage!
Flotte di turisti traghettate da guide urlanti, famiglie perse che prima di depositare il loro trolley da 30 kg lo aprono per togliere i giochi per bambini impedendo il passaggio, persone che vagano nonostante i chiari cartelli senza sapere cosa fare delle loro vite dentro quest'atrio buio.
Io, in coda dietro a questo spaccato di umanità, cerco di avvicinarmi al banco del guardaroba con cautela, come Jon Snow prima di avvicinarsi al drago di Daenerys, lei madre dei draghi ma lui ancora figlio bastardo della casata Stark (si il Trono di Spade ha le metafore giuste per tutto nella vita sappiatelo!), vi assicuro che l'ansia provata è stata la stessa.
Riesco a consegnare la mia borsa, prendere il tesserino per poi ritirarla, mi commuovo, mi volto, ringrazio chi mi ha nominato, i miei genitori a casa, il mio compagno che è sempre al mio fianco anche in questa impresa epocale, e qualche divinità che ora mi sfugge.
Il discorso di ringraziamento è finito e mi dirigo verso i metal detector, si l'umanità è messa alla prova un'altra volta signori e stavolta solo i meritevoli potranno accedere dentro al museo!


Ultima prova: metal detector, solo per i più audaci!

Riepilogo delle puntate precedenti:
i tour virtuali non sostituiscono l'emozione della visita “dal vivo” (ripeto, già detto?)
2 ore di coda per entrare
Fila al guardaroba per depositare gli zaini.

Ci siamo, entriamo nel meraviglioso Hermitage, lacrime che scorrono sui nostri visi, gente che applaude chi esce indenne dal guardaroba, donne che rinunciano alla fila chilometrica delle toilette con la stessa determinazione di Giovanna d'Arco sul rogo, siamo qui nel piccolo atrio pronti per iniziare la nostra visita.
Se non che.....
Dietro le colonne spuntano delle porte rinforzate sorvegliate da uomini in divisa.
Un'altra prova prima di entrare, ma stavolta allontanate i deboli di cuore, non la oltrepasseremo tutti!

C'è chi si presenta davanti al metal detector a testa alta, coraggioso, impavido, un Mel Gibson in Braveheart dei giorni nostri, io ammiro sempre il coraggio quando lo vedo e qui vi assicuro è evidente.
Si stacca dal nostro gruppo degli “usciti dal guardaroba” e come primo volontario si dirige verso le porte allarmate (anche se in realtà siamo noi a esserlo!).
Lui, il nostro volontario degli hunger games dei metal detector, sta pensando “l'ho superato in aeroporto posso farcela anche qui”, un ultimo sguardo verso di noi, un passo avanti l'altro e drrrrrrriiiiiiinnnnnnnnnnn
La delusione, l'amarezza, il senso di impotenza, il nostro Mel Gibson starà pensando “ho lasciato anche i miei sogni al guardaroba, cos'è andato storto?”.
Non ci sono risposte amico, ma mi dispiace la tua visita finisce qui.


Turisti, turisti ovunque!
Cosa vuol dire visitare un museo nel 2019 (anno in cui io sono stata all'Hermitage).
Due scenari: uno utopico e uno realistico.

Utopico: entriamo mano nella mano con il nostro fidanzato, in questo tempio della conservazione, ci fermiamo davanti a un'opera, iniziamo ad ammirarla. Incliniamo la testa, un po' come fanno gli intellettuali, bah lo facciamo anche noi non si sa mai.
Commentiamo i tratti del pennello, le sfumature, l'emozione che quel dipinto ci crea dentro di noi, ah anche cenni storici a opere simili già viste (ragazzi quando la cultura non è acqua buttiamola fuori tutta!). Colmi di questa ricchezza ci dirigiamo verso la caffetteria, per una piccola pausa chic, sorseggiamo un caffè (acqua sporca, scusate ho dovuto dirlo), mordiamo un muffin ai mirtilli che fa sempre bon ton, proseguiamo per il bookshop, acquistiamo il catalogo del museo per appoggiarlo strategicamente aperto sul tavolino a casa, quello posizionato nel salotto buono (quando lo vedranno tutti sapranno che siamo colti!!), usciamo incontro a San Pietroburgo.

Realtà: la battaglia inizia dallo Scalone Giordano, questo è il nostro D-Day, siamo tutti dei soldati Ryan ma nessuno ci verrà a salvare. Non perdete il passo, non fermatevi, i cordoni di sicurezza si sono allentati e mandrie inferocite di turisti stanno entrando!
Non ci si ferma davanti ai quadri, si passa di corsa e si fotografano! Si cerca la citazione online, cavolo ne so buttiamoci sempre Bukowski che va di moda sia per le foto al mare che per le foto ai musei, si pubblica, si aspettano i like!
Vi siete soffermati per ammirare un quadro? Stolti questa è una battaglia, verrete spazzati via da un selfie stick – le armi del nuovo millennio – il quadro dove siete voi NON è da osservare. Ci si posiziona davanti, si allunga il selfie stick, ci si bacia, si scatta la foto, si pubblica sui social. Stavolta niente Bukowski, buttiamoci un po' di hashtag: #love #amiamoimusei #hermitagebellissimo
Aspettiamo i like e i commenti e andiamo!
Siete esasperati e volete fermarvi alla caffetteria? Soldato non ci si riposa in guerra!
Tavoli pieni di cartacce, fila impressionante alle casse, gente che urla, bambini che corrono, l'anticamera di come mi immagino l'inferno insomma. Che poi a me il caffè fa anche schifo, cosa ci faccio qui?


Ricapitoliamo:

Ora tutti insieme forza:
i tour virtuali non sostituiscono l'emozione della visita “dal vivo” (ripeto, già detto ripeto?)
2 ore di coda per entrare
Fila al guardaroba per depositare gli zaini.
Hunger Games al Metal Detector
Sopravvissuti ai selfie stick
Ma quanto è bello però l'Hermitage??

Spero di avervi fatto sorridere e di avervi regalato 5 minuti di spensieratezza, se vi è rimasta la curiosità questo il link per il virtual tour

Da qui accedete alla sezione “virtual tour” e iniziate!
Io vi aspetto in Agenzia per aiutarvi, con i miei consigli, a preparare e prenotare la visita, in fondo sono sempre una “sopravvissuta”.

Buona lettura
Alessandra

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