Giappone: in viaggio attraverso i suoi scrittori


Leggere è, da sempre, una mia grande passione.
Leggo da quando ho imparato a farlo, leggo appena posso, leggo in alternativa a viaggiare a volte.
Se ci pensiamo, appunto, leggere è un po' come viaggiare no?
Si apre un libro e ci si lascia trasportare là dove l'autore vuole farci arrivare, vediamo luoghi reali o immaginari, proviamo emozioni, cambiamo rotta o pensiero, così come quando viaggiamo.
Ho sempre pensato che, non a caso, le mie due più grandi passioni fossero viaggiare e leggere.

Tra i miei viaggi, ormai lo saprete, il Giappone è stato il mio preferito, non a caso ci sono stata due volte e progetto di tornarci appena possibile.
Per capirne e riviverlo, una volta tornata a casa, ho imparato a conoscerne gli autori e ad apprezzarne i libri, ecco allora, che ho deciso di proporvi un piccolo elenco basato chiaramente sui miei gusti personali di lettrice.

In questi giorni d'isolamento sociale può essere utile avere sul comodino un libro che ci porti lontano no? Iniziamo allora!


Storia proibita di una Geisha” di Mineko Iwasaki


Sicuramente molti di voi avranno letto il famosissimo “Memorie di una Geisha” di Arthur Golden o, in alternativa, visto il film.
Io, onestamente, non lo amo! Vedo già che state storcendo il naso, ma lasciatemi spiegare.
Arthur Golden, scrittore americano, tramite un'intervista ad una ex geisha estrapolò questa storia romanzandola e slegandola dalla realtà.
Sapete chi era questa ex geisha? Proprio Mineko Iwasaki, autrice di questo libro che vi propongo, in cui decide di raccontare la sua vera storia.
Scordiamoci lo stereotipo occidentale in cui si crede che una geisha sia una prostituta d'alto borgo, questa è un'espressione errata e assolutamente priva di fondamenta.
Geisha vuol dire artista, sono donne che hanno studiato anni per districarsi al meglio tra teatro, danza, canti, strumenti musicali o cerimonie.
Vengono invitate nelle apposite sale da tè, famose quelle di Kyoto nel quartiere di Gion, in cui intrattengono uomini d'affari attraverso le arti o la semplice conversazione. Assistono, spesso, a transazioni finanziarie di rilievo tra business men importanti.
Ricevono un compenso commisurato al tempo che trascorrono nelle sale da tè, spesso sono più ricche dello stesso cliente che le paga, lo sapevate?
Una geisha può girare moltissime sale da tè durante la stessa serata, le più famose si fermano giusto 10 minuti, per poi tornare nella loro “okiya” gestita da donne (sì è un mondo di donne questo!).
Mineko Iwasaki ha intrattenuto in qualità di geisha anche il Principe Carlo d'Inghilterra, per le più famose, infatti, non era un evento straordinario essere al cospetto di principi o imperatori.
Vi voglio, infine, incuriosire con una sua citazione:

L'idea di una casa di geisha intesa come covo di malaffare è tanto ridicola. Gli uomini sono a stento ammessi all'interno di questi bastioni della società femminile”

Non mi dilungo oltre, leggete questo libro e capirete!



Tokyo Express” di Matsumoto Seicho

Con questa proposta ci avviciniamo, in punta di piedi, al mio genere preferito.
Un delicato noir che vi porterà, attraverso la rete ferroviaria giapponese, a indagare partendo dal Kyushu, passando per Tokyo, fino ad arrivare all'Hokkaido.
Il libro inizia con un delitto che, dapprima appare come il suicidio di due amanti infelici, avvenuto nella prefettura di Fukuoka, ma che si rivelerà un omicidio brutale.
L'investigatore Jutaro, a comando dell'indagine, cercherà di capirne il movente e le modalità, al momento incomprensibili.
Perché due fidanzati prendono un treno da Tokyo per poi dividersi e, giorni dopo, incontrarsi nella prefettura a sud del Giappone per uccidersi?
No, qualcosa non torna, l'indagine porta l'ispettore a studiare orari e tabelle dei treni perché il vero omicida corre lungo i binari della Japan Rail.
Un noir che ricorda Simenon e ci riporta a un mondo poliziesco passato, lontano dai computer o dalle tecniche alla CSI, qui le indagini avvengono tramite carta e penna, sopralluoghi, interviste e deduzioni.

Jūtarō si chiese perché Sayama e Otomi avessero deciso di morire proprio lì. Avrebbero potuto trovare un posto migliore. Due innamorati prossimi al suicidio dovrebbero scegliere con cura il luogo in cui morire. Vicino a una fonte termale, per esempio, o in una località rinomata per la sua bellezza. Certo, anche lì la vista era bella, ma perché proprio su quelle rocce dure e non su un morbido prato?”


L'emporio dei piccoli miracoli” di Keigo Higashino

Con questo libro entriamo nel mondo magico, spesso narrato, dagli autori nipponici.
Molti romanzi giapponesi legano fatti reali del nostro mondo a quelli di un mondo irreale e magico, facendoli convivere creandone così una nuova normalità, una nuova dimensione.
L'emporio dei piccoli miracoli” ci porta all'interno, come indica il nome, a un emporio ormai chiuso da decenni in cui, in una notte buia, vi si nascondono tre ladruncoli in fuga.
Fin qui il romanzo scorre lungo i binari del nostro mondo, tutto nella norma direte.
Quando, però, dalla fessura della posta dell'emporio iniziano ad essere imbucate delle lettere in cui si richiedono consigli al vecchio proprietario il romanzo entra in un'altra dimensione.
I tre ladri, impauriti, non riescono a vedere chi imbuca le lettere e, anche appostandosi, non notano nessuno avvicinarsi all'emporio e depositare nella fessura della posta questa corrispondenza, ma esse continuano ad arrivare in cerca di consigli. Lettere che illustrano situazioni storiche passate raccontate al presente.
I ladri rispondono a queste lettere, dando consigli come avrebbe fatto il vecchio proprietario dell'emporio, e le risposte non tardano ad arrivare imbucate da “nessuno” attraverso la fessura della posta.
Dentro l'emporio il tempo è solo una percezione astratta, in questa notte buia dove un mondo incontra un altro e tutto è messo in pausa.
Il problema sarà uscire da questo nuovo spazio, da questo emporio sospeso nel tempo, per proseguire la fuga e tornare alla vita “reale”.

E allora, signor Tal dei Tali... La conclusione a cui sono giunto dopo aver profondamente riflettuto... è che lei non abbia una mappa. La sua mappa è ancora bianca. Per questo si trova in una condizione in cui non riesce a decidere dove dovrebbe andare, né sa dove sia la strada per arrivarci. È ovvio che lei si trovi in difficoltà dato che la sua mappa e bianca. Chiunque altro non saprebbe cosa fare. Ma provi a cambiare punto di vista. Il foglio è bianco e quindi può disegnarci qualsiasi mappa. Sta lei scegliere. Ha la completa libertà, e le possibilità le si spalancano davanti senza alcun limite. È una cosa stupenda.”


L'assassinio del Commendatore” - Murakami Haruki

Sì, di Murakami avrei potuto suggerirvi mille altri suoi romanzi. Indirizzarvi, magari, al mio preferito – 1Q84 – ma per avvicinarsi al suo stile narrativo, carpirne le caratteristiche, vi consiglio di avvicinarvi a questo autore in modo “soft”.
Partire a razzo con 1Q84 potrebbe non farvelo apprezzare in un primo momento.

L'assassinio del commendatore” si divide in due libri e vi aiuterà a entrare nel mondo dell'autore, un universo parallelo dove il reale incontra il mondo magico.

Il protagonista, un pittore che si rifugia in una baita di montagna in pausa di riflessione, si troverà costretto ad affrontare strani vicini, fino a sentire una campanella suonare nel cuore del bosco.
Un quadro nascosto nella sua baita gli rivelerà una scena crudele con protagonista un commendatore, il quale si animerà e condurrà, come un novello Virgilio, il pittore ad attraversare un mondo astratto.

Qui non mi dilungo, è impossibile spiegare in un post la narrazione fitta di Murakami ma, se leggendo questo libro restate affascinati, passate subito a 1Q84.


-Scusi, ma lei è un fantasma?- mi decisi a chiedergli. La mia voce secca e roca sembrava quella di un convalescente.
-Bella domanda!- disse lui. Poi alzò il suo piccolo indice pallido. -Anzi, ottima domanda, caro signore. Chi sono io? Per il momento, sono il Commendatore. Nient’altro che il Commendatore. Tuttavia, questo è solo il mio aspetto provvisorio. Non so quale sarà il prossimo. Quindi chi sono, in realtà? E voi? Chi siete voi? Avete preso quell’aspetto lì, ma in realtà chi siete? Vedete, questa domanda vi mette in imbarazzo, anche voi troverete difficile rispondere. Lo stesso è per me."


Il ristorante dell'amore ritrovato” di Ito Ogawa

Non sono solita leggere libri d'amore o tendenti al sentimentale. Sono sincera, mi annoiano.
Ho incrociato questo libro e mi ha incuriosito, “Il ristorante dell'amore ritrovato”, infatti, è un romanzo delicato, etereo.

Tutto inizia con il fidanzato della protagonista che la lascia nel peggiore dei modi, scappando senza dare alcuna spiegazione, oltre a portarsi via tutto dalla loro casa.
Ringo, la protagonista, dallo shock perde la voce e decide di lasciare la grande città per tornare alle sue origini, il suo paese natale.
Qui apre un piccolissimo ristorante “il Lumachino” dove, ogni sera, ospita due clienti a cui propone un menù particolare e studiato accuratamente per loro.
La storia non finisce qui, si crede che, chi si sieda a mangiare al Lumachino vedrà esaudito un suo desiderio...
Ancora una volta il mondo fantastico incontra quello reale in questo romanzo di rinascita che vi consiglio di leggere e amare come ho fatto io!

Ci sono cose che non possono assolutamente tornare. Ma che al tempo stesso, pur non potendo tornare, restano eternamente presenti”


Pioggia sul viso” - Natsuo Kirino

Natsuo Kirino è la mia scrittrice giapponese preferita in assoluto.
Qui entriamo nel mio genere: suspense e adrenalina si mischiano in questo romanzo tenendovi, vi assicuro, incollati fino alle ultime pagine.

La protagonista, Murano Miro, conduce una vita ritirata e semplice, ma tutto si sconvolge quando due uomini, una sera, bussano alla sua porta, per portarla al cospetto di un boss della yakuza.
La sua amica è fuggita con soldi rubati, sta a Miro ritrovarli.
Un romanzo psicologico, un noir moderno, una narrazione veloce, perché qui non c'è tempo da perdere, Miro ha solo una settimana per districarsi in questo giallo!

Se come me, vi siete innamorati del personaggio della protagonista, potrete ritrovarla in una seconda opera di Kirino “La notte dimenticata dagli angeli”.

Posso dirti che non bisogna mai dare nulla per scontato, occorre riflettere e indagare anche su ciò che può sembrare più illogico e assurdo”


Questa volta è proprio il caso di dirvi:
Buona lettura!

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