Wild Malesia: Trekking in Famiglia
Sono
in terrazza a prendere il sole, con la scusa di far fare i compiti
alla mia bambina. Mi guardo intorno e vedo il solito panorama, sento
le solite voci e i soliti rumori che ormai sento da ben oltre un
mese...
E
allora, mentre con un orecchio ascolto i calcoli o i racconti che fa
Luna, con la mente torno a otto mesi fa. Esattamente otto mesi fa ero
da pochi giorni partita per la Malesia; paese che già dalla
preparazione del viaggio mi aveva creato grandi aspettative; paese
che, vivendolo, mi ha riservato delle meravigliose scoperte! E' un
mix di culture, religioni, facce, città e natura; una natura
“prepotente” che si insinua anche in una metropoli come Kuala
Lumpur, con il suo silenzio, con il suo verde, i suoi animali e il
suo “rumore”!
Vi
racconterò della grande Kuala Lumpur un'altra volta magari, oggi vi
voglio parlare di quella che è stata l'esperienza più... “segnante”
per noi: il trekking nella giungla al Bako National Park.
Ci
si arriva da Kuching, con un pullman che parte dal lungofiume. Già
inizia l'avventura: scoprire quale sia la fermata del bus. Dopo aver
cercato cartelli o “pensiline” o tutto ciò che potesse far
pensare a una fermata, capiamo che là dove ci sono 4 persone sedute
che sembra stiano semplicemente parlottando tra loro, ecco, quella è
la fermata. Comunque, dopo un po' arriva il bus (molto pittoresco)
che ci porta alla nostra meta. Arriviamo dopo una quarantina di
minuti e qui inizia il calvario... Dopo una lunga attesa per fare i
biglietti (perchè non funzionava – ma non è dato sapere da
quanto- l'apparecchio per fare i biglietti elettronici), prendiamo
una “barchetta” e arriviamo in questo paradiso.
Attraversiamo
la spiaggia piena di granchi, Luna, la mia bambina, si diverte a
rincorrerli per la spiaggia e a fare tutti i disegni sulla sabbia
bagnata e poi andiamo verso l'ufficio informazioni per sapere i
percorsi da fare. Il Bako National Park è famoso per le sue scimmie
nasiche... avete presenti quelle grigine col muso lungo? Ecco,
quelle! Pare che ne sia pieno! Vedremo...
Già
davanti all'ufficio informazioni troviamo tantissime scimmie (non
nasiche, non siamo così fortunati), vicinissime a noi!!! E sono
anche molto curiose... e molto, molto veloci! Una ragazza aveva in
mano una lattina, ha dato le spalle a una scimmia e lei in un baleno,
zac, gliel'ha sfilata di mano!!! Vediamo anche una specie di maiale,
una via di mezzo tra un maiale e un cinghiale, anche lui libero di
camminare intorno alle persone; sembra anche che non gli si dia
troppo fastidio, guarda tranquillo, non si avvicina e se ne sta sulle
sue; però se ti metti a fotografarlo sembra quasi che si fermi per
mettersi in posa... vanitoso!
Iniziamo
il nostro sentiero, che la ragazza delle informazioni ci ha spacciato
per semplice: sì, con la bambina è meglio se fate il 4 e il 5,
aveva detto (giuro, me lo ricordo come se fosse successo ieri!) E
menomale! E come saranno gli altri?!?!? Saliamo su scalini di tronco
trampellanti, ponti di legno instabili, camminiamo in mezzo alla
giungla ed è tutto bellissimo, stancante e caldissimo ma
bellissimo!!! Ci sono tante liane e la voglia di fare Tarzan è
forte, poi però torno in me e la mia fobia di rettili, ragni e
quant'altro prende il sopravvento e la mia temerarietà mi abbandona
in men che non si dica, ahimè!
Dopo
oltre 1 ora (capito il percorso facile!) di cammino, una decina di
litri di sudore per ognuno di noi (o mamma che immagine dovete avere
di me adesso...) arriviamo al traguardo finale: una spiaggia molto
bella, selvaggia, c'è la bassa marea quindi ci sono tutti gli scogli
fuori dall'acqua, la spiaggia tutta umida di mare... e soprattutto ci
sono altre 3 persone e basta!!! Poi ci giriamo, dopo esserci ripresi
ammirando il mare, e dietro abbiamo tutto il verde della giungla
appena attraversata! Siamo stati proprio bravi, è stata dura,
soprattutto per l'umidità folle che c'è, per il percorso non
proprio agevole, per la “paura” che ci è presa quando in mezzo
alla selvaggia giungla senza nessun essere umano nei dintorni
sentivamo rumori non ben identificati... ma è una sensazione che
adoro! Durare una fatica che sembra immane e sapere di aver raggiunto
l'obiettivo, guardare tutto quello che ho fatto per raggiugerlo mi fa
sentire invincibile! E con Luna e il mio compagno battiamo il 5, ci
diamo pacche sulle spalle e beviamo, beviamo tantisssssssssima acqua!
Che sensazione meravigliosa l'acqua!!!
Durante
il percorso riusciamo a vedere solo due scimmie nasiche (ve lo avevo
detto che non siamo poi così fortunati!) e a dire il vero non le
vediamo nemmeno poi così nitidamente. Più che altro con una abbiamo
un incontro “ravvicinato”: dalla cima dell'albero inizia a fare
la pipì e prende con una goccia la mano di Luna!!! Dopo lo stupore,
un briciolino di schifo ad essere sinceri, e delle grandi risate da
parte nostra – e della scimmia che sembrava veramente ridesse dal
rumore che faceva!- siamo andati avanti fino alla nostra meta.
Arrivati
in spiaggia, dopo esserci ripresi un attimo dalla fatica, perchè non
so se ve lo avevo detto, ma è stato molto faticoso! Luna decide che
assolutamente, per nessun motivo al mondo, non si lascia corrompere
nemmeno dalla promessa di farle mangiare della cioccolata, lei
indietro a piedi non ci torna. Ed ecco che, come un miraggio di
un'oasi in mezzo al deserto, arriva “lui” che ci propone il
viaggio di ritorno in barca! Praticamente non appena traduco a Luna
la proposta del signore, prima che io e il padre si sia deciso cosa
fare, lei è già a bordo della barchetta che ci saluta con la
mano... ok, mettiamo da parte il nostro spirito avventuriero – che
chi ci conosce sa che viene messo da parte molto volentieri – e
saliamo sulla barca.
Grande
Luna, hai avuto un'idea strepitosa! Non solo perchè riprendiamo
fiato (e il sano e piacevole vento sulla faccia in una mattina di
caldo infernale), ma il signore ci porta a vedere rocce, spiagge dove
depongono le uova le tartarughe (nooo, vi ho già detto che non siamo
così fortunati, non le abbiamo viste le tartarughe... c'erano il
mese prima... ovvio no?) e tanto altro, ci riporta al punto di
partenza, dove arriviamo “freschi” come non mai!!!
E'
l'ora di pranzo e ci fermiamo a mangiare al self serivce che c'è
all'interno del parco. Anche questa è un'esperienza, ve lo assicuro!
Con le scimmie che ti guardano e che non aspettano altro che tu ti
distragga un attimo per agguantare il cibo che stai mangiando e i
maiali/cinghiali che girano mansueti sotto al loggiato dove tu sei a
mangiare... Insomma è un'esperienza stupenda!
Alle
14,30 dobbiamo ripartire, poi sennò sale (o si abbassa non mi
ricordo) la marea e non abbiamo modo di tornare a Kuching... e
riprendiamo il pullman per tornare. Altra avventura: dove diamine è
la fermata?!?!? Chiediamo a cani e porci (e vi assicuro che in questo
caso il modo di dire sarebbe potuto tranquillamente essere la
realtà!) ci dicono di aspettare davanti a una “casetta” e così
facciamo. Arriva il pullman, lo fermiamo praticamente buttandoci in
mezzo di strada (stile Pechino Express – adoro!) e ci saliamo sopra
quasi a mò di occupazione!!! Il pullman se possibile, è ancora più
pittoresco di quello dell'andata: tutto trasandato, quando prende le
buche per strada ti traballa anche il cervello... ma è stupendo
anche questo! E dopo altri 40 minuti torniamo a Kuching, stanchi ma
super felici e con gli occhi pieni di belle cose da raccontare e
immagazzinare nella mente!
Per
me visitare i posti vuol dire entrare nella mentalità e nel modo di
vivere del posto dove sei: quindi prendiamo il più possibile mezzi
pubblici, stiamo il più possibile in mezzo alle persone del luogo,
cerchiamo di evitare posti troppo “turistici”, assolutamente
evitiamo ristoranti italiani o tutto ciò che vagamente ricorda
l'Italia. Quindi vuol dire anche viaggiare su pullman “della
speranza” come li chiamo io, mangiare in posti dove non sanno
nemmeno l'inglese e quindi cosa mangi? Chi lo sa, basta che sia
commestibile! Vuol dire parlare con le persone che vivono in questi
posti, capire le loro usanze e sentirsi comunque un po' a casa anche
dall'altra parte del mondo!
Tutto
molto poetico e romantico e fantastico... ma se ti scontri con una
figlia che dura fatica a mangiare fuori da casa sua, devi per forza
pensare a fare una tappa (rigorosamente solo per lei) da Pizza Hut o
da Mc Donald's... e poi noi grandi ci buttiamo sulle bancarelle, a
mangiare nelle tavolate con altre persone, lungo il fiume di Kuching
o di un'altra città qualunque!
Se
mi fermo un attimo a pensare, quello che mi manca di più è il
contatto con le persone che potrebbero raccontarmi le loro culture,
non poter respirare gli odori, non poter sentire rumori, suoni, la
parlata incomprensibile per me ma che mi piace da matti!!! Ma
torneremo a viaggiare, a progettare la prossima meta, a sentire nuovi
odori, sapori, parlate! E dopo tutto questo patimento, sarà ancora
più bello!
Pensiamolo
tutti insieme e sarà veramente così!
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